PALPEBRE – Blefaroplastica superiore e inferiore
Con il normale processo di invecchiamento è comune che la muscolatura perioculare con la cute strettamente aderente ad essa, le palpebre per l’appunto, perdano di elasticità in maniera più o meno marcata e si ripieghino su se stesse, limitando l’apertura dell’occhio, causando secchezza del globo oculare, e nei casi più gravi lacrimazione per incontinenza da parte della palpebra inferiore (ectropion). Le occhiaie sono segno inequivocabile della lassità del muscolo orbicolare dell’occhio: è il tessuto adiposo perioculare che tende a protrudere e dà l’effetto occhiaia.La tendenza più o meno marcata alle occhiaie è anche influenzata da fattori genetici e da appartenenza etnica, come nei casi di occhi di aspetto orientale, tipico anche nelle popolazioni italiane con genetica di origine etrusca o fenicia (Toscana, Lazio, ma anche Lombardia, Emilia, Umbria, Campania e Sardegna). Quando le palpebre risultano essere così lasse da affaticare la vista o da ridurre il campo visivo, l’intervento chirurgico assume una ragione funzionale oltreché estetica. Il procedimento chirurgico deve essere atto a ripristinare un tono adeguato della muscolatura orbicolare; funzione ed estetica coincidono negli obiettivi da conseguire.
Questo intervento di chirurgia estetica si chiama “blefaroplastica” e corregge gli inestetismi delle palpebre, superiori e inferiori, rimuovendo, e soprattutto, ridistribuendo e rimodellando i tessuti apparentemente in eccesso. Benché si tratti di una procedura ormai diffusa, non deve essere in alcun modo trattata in modo standardizzato per almeno due importanti motivi: uno, perché con l’invecchiamento i tessuti perdono di trofismo, ed il volume di tessuto da rimuovere va misurato specificamente secondo ogni individuo; l’altro perché si interviene intorno alla linea dell’occhio, che è un elemento fondante della personalità dello sguardo.E’ il paziente a scegliere se cogliere l’occasione per correggere una linea che non gli piace (ad esempio l’occidentalizzazione di un occhio orientale) o se mantenere rigorosamente inalterato questo elemento della propria identità. In funzione di questo desiderio disegniamo tecnicamente l’intervento, simulando sul viso del paziente le linee di incisione e prospettando il risultato che si potrà conseguire, che sarà comunque certamente di ringiovanimento importante.